venerdì 24 febbraio 2017

La libreria di Roberto

Quando ero piccola avevo una passione per mio zio materno. 
Non so se qualcuno della mia famiglia se ne sia mai accorto, forse perché non l'ho mai detto a nessuno. Ripetevo a tutti "mio zio è il più normale di tutti", ma a quell'epoca non ho mai capito perché usavo così spesso la parola "normale".
Crescendo ho compreso: mio zio era affetto da schizofrenia. 
Era, perché, purtroppo, ci ha lasciato nel 2010. 
Le malattie talvolta sono un grosso tabù e chi ne soffre viene unicamente marchiato come "Non è normale". 
Per me, mio zio, era normalissimo: lui era semplicemente mio zio, la persona che, sentendomi cantare una canzone di un cartone animato, la cantava con me. La persona che mi chiedeva 10 volte al giorno "Barbara, Barbarina, quanti anni hai?". E per 10 volte gli dicevo quanti anni avevo.

Inutile dire che quando è mancato ha lasciato un vuoto incolmabile e una valanga di ricordi. Perché per la nostra famiglia Roby era tutto: una persona buona, una persona da proteggere.

Come si può immaginare, non è facile la vita di una persona affetta da una malattia mentale, non è facile per la persona stessa e non è facile per la famiglia.
Non sempre si viene aiutati come si vorrebbe. E quando ci si sente soli c'è solo una via d'uscita, quella della condivisione, del raccontarsi le proprie esperienze per affrontarle, per alleviare il dolore psicologico.
Ecco come nascono i gruppi di mutuo aiuto. 

Mia zia, la sorella di Roberto, dal 2007 è presidente dell’Associazione “G.A.M.A.” Onlus (Gruppi Auto Mutuo Aiuto) e facilitatore del  Gruppo A.M.A.” Insieme". L’Associazione nasce  con l'esigenza di rompere l'isolamento: le persone che ne fanno parte raccontano le proprie esperienze con l'obiettivo di trovare soluzioni e informazioni. Raccontarsi però non è solo sedersi su una sedia e parlare, è anche svolgere attività insieme. E di attività "il gruppo" ne fa tante: laboratori di ceramica,  gite sociali, addirittura teatro! 

Così quando l'estate scorsa ho guardato la mia libreria piena dei miei tanto amati libri, mi è venuta un'idea. Ho scritto subito a mia zia e le ho chiesto cosa ne pensasse di creare, per il gruppo, una biblioteca dedicata al mio caro zio che tanto amava leggere. I miei libri avrebbero vissuto una vita nuova, sarebbero stati letti da persone che si meritano tanto, sarebbero stati condivisi per una buona, ottima causa.
E così oggi è arrivata la foto. La foto della libreria di Roberto. 

La felicità è reale solo quando è condivisa (film Into the wild).

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