Non mi ricordo se era un sabato o una domenica sera.
Facendo zapping, mi fermo un attimo su "Che tempo che fa" e scopro chi è Massimo Gramellini. Non era la prima volta che lo vedevo in quella trasmissione ma quella sera non commentava i fatti della settimana: era un ospite e parlava del suo ultimo libro (ecco il video della puntata).
E il suo ultimo libro è la sua storia, la storia di un bambino che si trova a dover affrontare un dolore atroce, la perdita della mamma. E poi la storia di un bambino che cresce e diventa adulto, un adulto che non accetta la realtà, che si pone sempre mille domande e che vive con un senso di abbandono che non lo lascia mai in pace, un senso di vuoto che gli impedisce di vivere la sua vita in modo sereno. E poi un giorno scopre la verità, una verità drammatica che non avrebbe mai sospettato..
Questo libro è molto bello ma, vi avviso, per certi versi è un pugno allo stomaco.
Un pugno nello stomaco per chi ha subito un lutto, ma anche per chi, per fortuna o semplicemente per destino, non ne ha subito.
E poi ti fa riflettere. Ti fa pensare che non siamo eterni e che in ogni caso prima o poi dobbiamo scontrarci con quella triste realtà che è la morte. Viviamo tutti i giorni senza pensarci e nel momento in cui ci pensiamo cerchiamo subito di scacciare via tutto per non intristirci. Quando poi accade, il mondo sembra crollarci addosso e da quel preciso momento iniziano le mille domande. Proprio le mille domande che si è fatto l'autore nel corso della sua vita. Mille domande che non hanno una risposta ma che semplicemente mi hanno portato a pensare che la miglior cosa che possiamo e dobbiamo fare è vivere e farlo il meglio possibile.
"Vivi come se dovessi morire domani e pensa come se non dovessi morire mai".
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